Mentre aumentano gli utenti multicanale, diminuisce un bene prezioso per i brand: l’attenzione del consumatore. Le marche si trovano a lavorare sempre più su un concetto di relazione che oggi fa i conti con un processo di acquisto omnicanale, dove si moltiplicano i punti di contatto tra consumatore-shopper e brand.
Il comportamento di acquisto è sempre più integrato, complesso e articolato. Allo stesso tempo, le persone si aspettano di potersi relazionare con marche e con prodotti fluidamente, cioè poter passare con semplicità dal web al negozio fisico per comprare, informarsi, recensire e trovare le stesse modalità di fruizione nei diversi canali, una su tutti la personalizzazione dell’esperienza d’acquisto.
Il mantenimento di una relazione con il consumatore oggi è un affare complesso che merita scelte strategiche precise e su misura su tutti i touch point della customer journey.
Come creare o intensificare la relazione su uno dei punti di contatto quale il negozio fisico? Il marketing operativo ha diverse soluzioni a riguardo, ma una su tutte è la scelta di profili specifici per le attività in store come i product specialist e i promoter spot specialist.
L’Italia non è un paese per giovani
Partiamo dal target. In Italia, gli ultra sessantenni hanno superato gli under 30, inversione di tendenza che non accadeva dal 1861 (Fonte Istituto Carlo Cattaneo). Gli over 60 sono quindi il target dominante per il mercato, retail compreso.
A questa notizia se ne aggiungono altre: dai dati dell’ultimo Osservatorio della Multicanalità, è emerso che nell’ultimo anno sono aumentati gli individui che hanno adottato un comportamento multicanale, questo perché sono proprio gli over 55 che hanno iniziato a utilizzare internet ed eCommerce (+28%), non solo per risparmiare denaro ma soprattutto per ottimizzare il proprio tempo dedicato all’acquisto.
Un processo di acquisto complesso
Sempre dall’Osservatorio è emerso inoltre che il gap fra il fenomeno dello Showrooming e quello dell’infoCommerce è diminuito di un punto percentuale rispetto al 2017, a dimostrazione che il punto vendita è sempre più un luogo comunicativo (Showrooming) e che il web gioca un ruolo fondamentale nella ricerca di informazioni su prodotti e marche (infoCommerce) prima dell’acquisto, anche mentre ci si trova in store.
Questi dati trovano la loro completezza in un altro dato di fatto: quando le persone cercano online informazioni e metri di paragone sui prezzi, non vanno sul sito della marca o del prodotto mavanno direttamente dai grandi player della distribuzione online, primo su tutti Amazon.
Il processo di acquisto si frammenta quindi e il fenomeno trova giustificazione nell’abbondanza di disponibilità di informazioni che il consumatore ha a sua disposizione sul web.
Il target dominante è dunque connesso, molto informato, difficile da intercettare, ha un elevato potere di acquisto (rispetto alle altre fasce di età) e dà grande valore al proprio tempo. Tutto questo porta a rendere l’attenzione delle persone un bene raro per i brand, in qualsiasi touch point.