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Field Marketing: 4 buoni propositi per il 2018

to do list nel field marketing

È iniziato da poco il 2018 e di buoni propositi se ne sentono già tanti. Diete, stile di vita, vizi da perdere e obiettivi lavorativi da raggiungere. Anche nel field marketing qualche buon proposito è bene farlo, per avere una road map da seguire nei prossimi 12 mesi.

Buoni propositi 2018 nel il field marketing

Circa un anno fa vi avevamo proposto 4 buoni propositi da seguire nel 2017 per avere un presidio del retail perfetto:

  1. Affidare la vendita a promoter professionisti e preparati
  2. Interpretare la customer experience attraverso i dati
  3. Creare interesse in store attraverso PoP di qualità
  4. Curare il layout espositivo e il visual merchandising

Anche per il 2018 questi buoni propositi valgono ma l’intenzione si fa più ambiziosa. Già, perché non basta avere un presidio ottimale del retail, per il 2018 il punto vendita deve essere centro strategico dell’attività di un Brand e vero canale comunicativo con il consumatore.

Ecco allora 4 nuovi buoni propositi per il 2018.

1) Impara a conoscere il tuo consumatore nel retail

Non solo interpretazione della customer experience, come si è detto per il 2017, ma conoscenza ancora più approfondita di chi frequenta i propri punti vendita.

La tanto citata omnicanalità porta con sé un principio: diversificare e integrare i diversi canali di interazione Brand-consumatore, dall’online al fisico. La ventata tecnologica infatti ha avuto un grande impatto sulle persone modificandone i comportamenti di consumo.

I big data fotografano questo cambiamento aiutando i grandi marchi a comprendere un nuovo modello di consumatore. Semplice quando si parla di shop online, dove avere analytics è molto più immediato, ma complicato per il retail fisico: come avere fotografie anche per il punto vendita?

Per questo esistono i physical analytics, dati che rilevano in tempo reale il comportamento del consumatore davanti a un espositore, un’isola promozionale o in un’area circoscritta del retail. Il sistema che permette di rilevare questi dati è Flow e la lettura intelligente viene fornita dalla Business Intelligence Unit (BIU) di Free-Way.

I physical analytics rilevati e interpretati permettono di conoscere le persone nel momento in cui acquistano o conoscono il Brand fisicamente, fotografando in tempo reale la loro customer e shopper experience.

Tutti dati utili per costruire un modello del consumatore di oggi.

2) Rompi gli schemi

Modernità nel retail significa oggi essere anche vicini alle persone: come ha affermato Paolo Mamo, presidente e Ad di Altavia Italia, essere moderni non significa investire semplicemente in tecnologia, ma aprirsi ai propri consumatori e offrire loro quello che vogliono, quando lo vogliono.

Segue che anche le in store promotion devono essere ripensate in modo alternativo:

Modernità vuol dire accompagnare, guidare, sorprendere, essere vicini ai valori delle persone, favorire elevati gradi di personalizzazione e soddisfazione dei bisogni a consumatori che vogliono essere sempre più considerati come singoli e non come parte di una massa”

Essere moderni nel 2018 significa allora uscire dalle solite strade battute, spesso ritenute efficaci solo perché più rassicuranti. La ventata disruptive che ha coinvolto tutta il mondo retail e consumer arriva dunque alle singole attività in store.

Le in store promotion possono allora unire l’obiettivo di sell out con nuovi modelli di interazione con il consumatore, sorprendendolo in nuovi percorsi esperienziali in store. Un esempio è la promozione-esperimento che L’Oreal ha messo in atto nel pharma retail, dove il consumatore è stato invitato a conoscere i nuovi prodotti di dermocosmesi del Brand attraverso un’esperienza sensoriale ed emozionale.

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3) Comunica in modo efficace nel punto vendita

La professoressa Karin Zaghi lo ha spiegato più volte nelle sue video-interviste: azioni di visual merchandising aiutano a comunicare in store i valori del Brand e del prodotto.

Quell’impatto tecnologico citato sopra ha portato il consumatore a rivedere il ruolo del punto vendita che non sparisce dalla customer journey, ma acquista un nuovo ruolo. Il retail è teatro di esperienza e nuovo media comunicativo, dove i prodotti più che venduti vengono raccontati e fatti vivere al consumatore.

È un caso che colossi dell’eCommerce come Zalando e Amazon stiano investendo sul retail fisico? No, perché è ormai forte la consapevolezza che il retail è un punto comunicativo fondamentale tanto quanto i social media e l’advertising online.

Layout e materiali PoP sono centrali in questa comunicazione in store. Ecco perché puntare su materiali impattanti, efficaci e su un costante presidio dell’esposizione.

Non basta però fare materiali, è necessario progettarli con intelligenza: la comunicazione in store deve partire dallo store stesso. La conoscenza approfondita dei retail per cui vengono pensati i materiali permette di evitare che questi non vengano implementati in modo scorretto sul luogo.

Se uscire dai propri uffici e andare sul punto vendita non sempre è fattibile per molti Brand, ecco allora che è possibile affidarsi ad agenzie di field marketing con un presidio e una conoscenza approfondita del territorio.

Se oggi il retail è il campo di sfida dei Brand, allora che si parta da qui!

4) Punta sulla qualità dei tuoi staff

Il consumatore di oggi è sempre più informato e quando va su punto vendita si aspetta personale competente e preparato che vada a colmare la sua sete di informazioni per una scelta consapevole.

Investire non solo sulla formazione tecnica di prodotto, ma anche su tecniche comunicative adatte è indispensabile oggi perché il Brand si senta giustamente rappresentato.

Nel 75% dei casi, fino anche nel 95%, la molla che inizialmente spinge un consumatore a focalizzare la sua attenzione su un dato prodotto arriva dalla parte irrazionale del suo cervello. Il neuromarketing è quella branca delle neuroscienze che si occupa dello studio delle logiche irrazionali che muovono le persone nelle loro decisioni d’acquisto.

Pertanto diventa oggi fondamentale fornire agli staff in store nozioni anche su queste dinamiche per renderli più consapevoli durante l’approccio comunicativo. Ed è con questo obiettivo che Free-Way Academy forma i propri staff: insegnare loro a entrare in empatia con il consumatore per dare qualità alla customer e shopper experience legata al Brand.

Inizia ora a scrivere la tua road map per il 2018!

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